Report di impatto sociale Gli effetti della ristorazione sociale sui beneficiari e sulla collettività
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Le cooperative sociali di inserimento lavorativo hanno spesso dimostrato di saper creare contesti socio-occupazionali connotati da caratteristiche quali l’inclusione e la promozione dei diritti di cittadinanza.
Permettendo l’occupazione di persone normalmente escluse dal mercato del lavoro e promuovendo la loro emancipazione ed il potenziamento delle loro competenze ed autonomie, le cooperative favoriscono l’attuazione di quanto enunciato dall’art. 4 della
Costituzione che recita “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”.
Rendere evidente il valore di queste attività diventa fondamentale per contribuire a promuovere un approccio inclusivo e solidale di chi si ritrova ai margini del mondo del lavoro. Tuttavia valutare l'effettivo impatto delle cooperative sociali di tipo B costituisce una sfida complessa, poiché va oltre la mera analisi dei risultati economici, coinvolgendo aspetti qualitativi legati all'emancipazione individuale, alla promozione sociale e in definitiva al loro benessere. Le cooperative sociali sono infatti in grado di generare benessere consentendo non solo l’accesso ad opportunità lavorative reali, ma anche dando la possibilità di essere parte di un’organizzazione e di una comunità di lavoro.
Le sfide per chi sviluppa questa forma di impresa sociale sono molteplici e vanno dal riconoscimento del diritto dei soggetti svantaggiati di accedere al ciclo produttivo - attivando percorsi che ne garantiscono la piena inclusione nella comunità di appartenenza - alla sfida del doppio prodotto sociale e imprenditoriale. Infatti, se da un lato la cooperativa di tipo B deve aderire alla propria mission sociale, dall’altra deve essere in grado di adattarsi alle logiche del mercato, al fine di mantenere la propria sostenibilità economica, nel rispetto della propria identità. Inoltre è sempre più chiaro che le cooperative sociali rivestono un ruolo fondamentale nella produzione di valore economico (oltre che sociale ) per i territori e le comunità di riferimento.
Diversi studi (Chiaf, 2013; Depedri, 2015) hanno dimostrato come le cooperative sociali di tipo B possano generare benefici per le pubbliche amministrazioni, generando anche consistenti risparmi di risorse pubbliche. Oltre a ciò la loro capacità di crescita e di resilienza ha dato evidenza di come anche nei numeri dell’occupazione, queste organizzazioni possano rappresentare una risposta concreta e significativa al problema della formazione e dell’inserimento/reinserimento dei soggetti svantaggiati nel mercato del lavoro (Depedri, 2015).
Numerose ricerche, nazionali ed internazionali, hanno studiato i metodi di valutazione dell’impatto delle imprese sociali di inserimento lavorativo. Tale impatto deve essere analizzato sotto vari punti di vista, dato che il prodotto delle cooperative sociali di tipo B riguarda sia la creazione di prodotti/erogazione di servizi che l’inserimento lavorativo.
Nell'analisi dell’impatto di questa forma di impresa gli aspetti che vanno considerati possono essere ricondotti principalmente a:
- la situazione economica, finanziaria e patrimoniale dell’azienda;
- l’efficacia dell’attività svolta (percorsi di inserimento andati a buon fine);
- gli effetti sulle persone: miglioramento delle competenze, della situazione economica e della qualità della vita in generale;
- gli effetti sul capitale sociale creato;
- gli effetti esterni, sulla collettività e sugli stakeholder pubblici (Chiaf, 2015).
Questo report ha come oggetto gli effetti generati sulle persone prendendo in considerazione l’esperienza virtuosa di una rete di cooperative sociali di tipo B, (Brescia Buona) attive nella ristorazione sociale all’interno del contesto bresciano.
Tra gli aspetti sopra elencati verranno analizzati, in particolare, gli effetti sui beneficiari diretti ovvero i lavoratori svantaggiati e le ricadute sulla collettività. La cooperazione sociale di tipo B può infatti essere considerata come una creatrice di opportunità di scambio tra lavoratori svantaggiati e la collettività; l’impatto viene infatti generato da e per entrambi gli attori. Il lavoratore svantaggiato viene inserito in un percorso di inclusione lavorativa che gli consente non soltanto di rendersi autonomo, ma al tempo stesso di affermarsi a livello sociale anche attraverso uno scambio con la società stessa.
D'altra parte, la collettività può interagire con lavoratori svantaggiati che, inseriti in un contesto inclusivo, acquisiscono competenze sociali e professionali, contribuendo a ridurre la distanza tra loro e la società. Quest’ultima è dunque destinataria di un impatto intenzionale e indiretto da parte dell’impresa sociale. Le occasioni di scambio create dalle cooperative sociali di tipo B consentono infatti un processo di normalizzazione dello svantaggio, che impatta anche a beneficio della stessa forza lavoro svantaggiata, che sentendosi meno stigmatizzata acquisisce maggior senso di efficacia ed efficienza.
La cooperazione sociale può dunque generare un circolo virtuoso, soprattutto sociale oltre che economico, dove potenzialmente l’inclusione non riguarda solo il soggetto svantaggiato all’interno della società, ma anche l’avvicinamento della collettività a coloro che sono caratterizzati da uno svantaggio.
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